L’autore, studioso assiduo di simbolismo, ha deciso di scegliere l’anonimato impiegando lo pseudonimo Eleven. Lo pseudonimo è stato assunto, sia relativamente al significato del numero 11, sia quale acronimo della frase:
Elevazione al Livello Energetico-Vibrazionale dell’Era Nuova
Uno studio approfondito sul simbolismo si può trovare nell'intera opera dell'autore intitolata:
TETRALOGIA DELL'ANIMA
Nei
vari volumi che compongono la tetralogia, viene analizzata una enorme quantità
di simboli racchiusi nelle più diverse discipline quali Cabala, Alchimia,
Astrologia, Mitologia, Storia delle Religioni, Psicologia, nelle immagini
simboliche oniriche o dei Tarocchi e di altre più o meno antiche raffigurazioni
dell'arte e dell'esoterismo. Per ciascuno di questi simboli, ove possibile, si
è data almeno una chiave di lettura, tanto che l'intera opera può ritenersi non
solo uno studio simbolico, ma un corso stesso sul simbolismo.
E'
stato un lavoro lungo e laborioso, durato oltre un trentennio e che ora, con
amore, lascio quale mia eredità spirituale a chi vorrà farne tesoro per
continuare ed approfondire questa interminabile e infinita ricerca, peraltro
molto appassionante, poichè permette di sondare le profondità dell'animo umano.
Presentazione
Sono nato a Cuneo, città molto
particolare che ho sempre amato nonostante i troppi anni trascorsi lontano per
motivi di studio e di lavoro. In pratica mi sono allontanato ancora bambino e a
parte brevi periodi non ho mai potuto farvi ritorno. Ora sono tornato per
godermi questi anni di pensione in una città ancora, nonostante il modernismo
selvaggio, a misura d’uomo.
Il mio nome non è importante, ho
usato lo pseudonimo Eleven, che oltre a parecchi altri significati, è la
traduzione inglese del numero Undici. Ogni attributo, ogni nome si
appiccica addosso come un tatuaggio incancellabile, mentre il mio desiderio è
quello di sentirmi solo un essere umano, uguale agli altri sei miliardi
di esseri umani che popolano il pianeta Terra. Per questo motivo esisto
come un’unità, un 1 che si trova in rapporto con altri sei miliardi di 1
senza alcuna differenza di casta o di nazionalità, di cultura o di colore di
pelle. I due 1 sono perfettamente uguali e intercambiabili in quanto ci
si pone al medesimo livello, senza distinzioni e senza posizioni di privilegio.
Siamo stati creati ad immagine e
somiglianza di Dio, dell’UNO supremo e per questo ciascuno è un piccolo 1.
Nudi siamo venuti al mondo e immediatamente ci hanno appiccicato un’identità,
anzi ancora prima di nascere già ci avevano dato un nome, un nome che non ci
lascia nemmeno nel sepolcro. Certamente, dal punto di vista sociale, il nome è
una necessità imprescindibile per poterci individuare: meglio, adesso ci hanno
anche affibbiato un codice fiscale per poterci più adeguatamente controllare.
Ma non ci è bastato, ciascuno di noi si è identificato con un ruolo assumendo
attributi sempre più complessi che ci hanno ingabbiato come in una maschera
coprendo la nostra vera essenza. Tutto questo può essere socialmente
indispensabile: “diamo a Cesare quello che è di Cesare” ma ci ricordiamo della
nostra essenza divina da dare a Dio?
11 quindi! Il mio essere umano e
l’altro mio pari. Parlo di essere umano e non di uomo, perché come esseri umani
non deve esistere nemmeno la distinzione di sesso. L’11 pone le due
unità allo stesso livello senza predilezioni o prevaricazioni. Solo così il mio
rapporto con l’altro diviene un rapporto d’amore, sincero, perché le mie
aspettative sono le sue aspettative, le mie necessità sono le sue necessità;
non vi può essere conflitto, non vi può essere guerra.
11! Numero
piuttosto controverso che alcuni definiscono come il numero del peccato,
dell’eccesso perché va oltre la perfezione del dieci e non raggiunge quella del
dodici. Ma esso pone in evidenza due componenti identiche, perfettamente uguali
e paritetiche, senza alcuna differenza né di grado né di mansioni; due numeri
che collaborano come due soci ugualmente interessati allo sviluppo della
propria impresa e che non nascondono tensioni prevaricatorie. Essi possono
scambiarsi continuamente il ruolo senza arrecare alcuna turbativa. Il numero
appare sempre uguale, comunque si spostino i rispettivi termini. E l’I King
intitola l’esagramma 11 – TTAI - La Pace (1).
Astrologicamente,
il numero 11 è abbinato al segno
dell’Acquario e all’Undicesima
Casa, della quale dice la Morpurgo(2), è la più incompresa e
bistrattata dell’astrologia tradizionale. È la ricerca di un’alternativa,
spesso inafferrabile, di tutti gli schemi, regole e pregiudizi che formano il
tessuto connettivo della società umana, attivistica e patriarcale. La casa
undicesima non si nutre di dualismo, non gioisce delle opposizioni, non
giudica, ma mette continuamente in dubbio il fatto che, quanto la società ci propone
come modello, sia quello veramente evolutivo. Così facendo, essa è in grado di
togliere molti puntelli alla struttura egoica, mettendo continuamente in
discussione quelle costruzioni portanti che sorreggono la personalità. Le è
soprattutto impossibile credere nelle regole che sono il fondamento di ogni
disciplina poiché conosce la mutevolezza delle mode e della morale. È la casa
degli amici, delle conoscenze che esulano da quelle riguardanti rapporti
familiari, di parentela o di lavoro, ma di individui che si incontrano in
quanto si sentono accomunati da sentimenti di fratellanza, da idee nuove,
diverse, altamente all’avanguardia, così come vogliono le dinamiche energie del
pianeta Urano che ne è il Signore e quelle di fratellanza del segno dell’Acquario.
L’equilibrio dell’11 è astensione
dal giudizio e rinuncia alle certezze; esso spinge verso nuovi orizzonti.
Così ci si
scopre ad osservare il mondo con occhi diversi, si vedono cose che
precedentemente erano passate inosservate. Ora tutto ci parla e ci racconta la
sua storia perché siamo in grado di comprenderla; tutta quella che era la
realtà inoppugnabile si trasforma in realtà simbolica, non più irrigidita, ma con
un’infinità di sfaccettature mai notate prima e che ora risuonano non più nella
razionalità di un cervello condizionato, ma nell’anima, in un’anima che vive e
si nutre d’amore.
È con
quest’anima che sto cercando di vedere il mondo, amandolo anche se, come dice
il poeta, “rinserra ancora schiavi e lacrime”(3), perché sono certo che solo l’amore potrà
farlo ritornare ad essere quel giardino edenico delle origini. In questo modo,
con questo occhi, ho scoperto le magiche energie d’amore della nostra
meravigliosa città, energie che il destino ci ha messo a disposizione e che
dobbiamo cercare di mantenere sempre vive nei nostri cuori.
Con
infinito amore.
Eleven
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